Osvaldo Licini

Osvaldo Licini

FIGURATIVISMO FANTASTICO

Il periodo del figurativismo fantastico

Ad un certo punto Licini sente l’astrattismo come un’altra costrizione e dal 1938 inizia quel processo che lo porterà ad inventare un nuovo mondo poetico-figurativo, inizia la «scalata al cielo». 

Nascono le sue creature inquietanti, affascinati, beffarde, eroiche, sensuali: gli Olandesi Volanti, le Amalassunte, gli Angeli ribelli, tutti alter ego del suo spirito libero.

Il passaggio dalla geometria ai Personaggi avviene con la mediazione di una serie di esperienze: i contatti con la rivista del filosofo Ciliberti “Valori Primordiali”che affidava alla magia, al mito, alla favola la ricerca della verità originaria; un nuovo viaggio a Parigi nel 1935, denso di incontri e di suggestioni (rivede Picasso che ha appena compiuto il suo capolavoro Guernica). 

Nel febbraio 1941 scrive a Ciliberti:

«Ti scrivo dalle viscere della terra la “regione delle madri” forse, dove sono disceso per conservare incolumi alcuni valori immateriali, non convertibili, certo, che appartengono al dominio dello spirito umano. In questa profondità ancora verde, la landa dell’originario forse, io cercherò di recuperare il segreto primitivo del nostro significato nel cosmo.[…] Cessato il pericolo, non dubitare, riapparirò alla superficie con la “diafanità essenziale” e “senz’ombra”. Solo allora potrò mostrare le mie prede: i segni rari che non hanno nome; alfabeti e scritture enigmatiche; rappresentazioni totemiche, che solo tu con la tua scienza potrai decifrare.»

La sua mitopoiesi sgorga da un humus culturale complesso, che comprende anche le suggestioni della poesia orfica di Campana, della dimensione infernale di Rimbaud, dell’evocativa lirica simbolista e della prosa tumultuosa di Lautréamont, le riflessioni sulle trasfigurazioni surrealiste. Il punto di partenza è sempre la contemplazione del paesaggio, in continuità con il periodo figurativo.

I Personaggi e gli Olandesi Volanti sono tra le prime “figure totemiche” liciniane e presentano quei caratteri di eresia e di erranza che l’artista si attribuisce. Sorta di Ulisse della mitologia nordica, l’Olandese Volante era il capitano di un vascello fantasma, condannato a vagare in eterno controvento e a vele spiegate, per aver voluto ostinatamente oltrepassare il Capo di Buona Speranza, sfidando ogni ostacolo naturale o soprannaturale. È dunque una figura spettrale, legata alla dimensione dell’oltretomba, metafora dell’aspirazione a trascendersi, a giungere al cuore della creazione. 

Uno dei temi di fondo recuperati dal surrealismo è l’eros come motore dell’universo.  La creatura liciniana che più ne incarna l’essenza è Amalassunta. “Amalassunta è la Luna nostra bella, garantita d’argento per l’eternità, personificata in poche parole, amica di ogni cuore un poco stanco”, aveva scritto Licini in una nota lettera inviata a Marchiori il 21 maggio 1950, in occasione dell’esposizione di nove Amalassunte alla Biennale di Venezia.  La luna di Licini ha il nome della regina ostrogota, è una lirica, ironica creatura germinata da suggestioni letterarie e pittoriche che vanno da Blake a Lautréamont a Laforgue, da Cocteau a Valéry, da Apollinaire a Picasso, a Klee. Prima fonte di ispirazione è indiscutibilmente Leopardi, ma anche la notturna Chimera di Campana è sorella di Amalassunta, 

L’iconografia nella quale Licini si riconosce di più è quella dell’Angelo Ribelle, che fa la sua comparsa alla fine degli anni quaranta. Discendente dell’irrefrenabile protagonista dei giovanili Racconti di  Bruto,  l’Angelo ribelle è  una figura misteriosa e ardita che, mossa dall’anelito di “trascendersi” nietzschiano, viaggia nei cieli fantastici con le sue membra possenti ereditate dal Principe dei Gigli minoico ma anche da Forme uniche della continuità nello spazio di Boccioni. Coronati da una falce di luna, dotati di cifre e cuori, gli Angeli Ribelli fluttuano potenti nello spazio brandendo la loro coda, emblema di un canzonatorio erotismo. 

Le ultime creature di Osvaldo Licini sono delicati, poetici Angeli aquilone, sono Missili lunari, sono immoti pianeti sospesi in cieli rarefatti. Altezze vertiginose, profondità abissali coesistono nelle misteriose marine sideree: una sovrarealtà raggiungibile solo attraverso la libertà e la purezza dell’infanzia,  sulle ali della poesia, o, forse, con l’ultimo volo. 

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OSVALDO LICINI

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