Nel secondo anniversario dell’apertura della Casa Museo Osvaldo Licini e nel periodo natalizio fino al 14 febbraio” L’Angelo di San Domingo” dalla collezione Gori nella Fattoria di Celle di Pistoia torna a Monte Vidon Corrado, nelle silenziose stanze dove Licini lo aveva concepito tra il 1956 e il 1957. Il dipinto rappresenta una delle più alte espressioni della lirica geometria liciniana, emblema della “suprema irrealtà”, della ricerca estrema compiuta dall’artista, ancora e sempre, sull’enigma del cosmo, sul senso dell’esistere.
L’idea del focus su questa iconografia liciniana nasce dall’acquisizione recente da parte del Centro Studi O. Licini, anche con il prezioso contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, di un disegno preparatorio del dipinto, appartenuto prima a Luigi Dania e poi a Egidio Mengacci, proprietario della Galleria L’Aquilone di Urbino. Il disegno verrà presentato al pubblico nella mostra e nel Quaderno Liciniano che la accompagnerà; verrà ricostruita la storia del dipinto “L’Angelo di S. Domingo” attraverso il carteggio intercorso tra Licini e Lombardi, primo proprietario dell’opera, e tra Lombardi e Luigi Dania e anche ricostruendo la fortuna critica dell’opera, nelle parole dei grandi esegeti dell’arte liciniana, Giuseppe Marchiori e Umbro Apollonio.